lunedì 21 febbraio 2011

L'aeroplanino pronto al decollo da Roma. Sperando che non cada.


Photocredit Pizzinnos.it
Atterraggio d'emergenza a Roma.

Ad atterrare è stato l'aeroplanino Vincenzino Montella, probabilmente uno dei tre migliori uomini-goal italiani degli ultimi 15 anni, da qualche stagione allenatore del settore giovanile della Roma.

L'emergenza invece non l'ha portata lui, ma l'ha trovata bella e pronta, appena deflagrata fra le mani dell'ormai ex tecnico Ranieri, travolto dal vuoto societario degli ultimi 2 anni, che ha inevitabilmente portato lo spogliatoio a spaccarsi, ed ha prodotto l'ultima, fatale, crisi di gioco e risultati.

Se Montella riuscirà a risollevare la tragica (ovviamente sportivamente parlando) situazione cui si trova a far fronte non possiamo saperlo, possiamo augurarglielo, ma alcune perplessità ci vengono comunque alla mente.

La prima fra tutte porta alla memoria la stagione 2004/2005, il famoso anno dei 4 allenatori, concluso con un pessimo ottavo posto, dopo essere partiti con velleità di gran lunga superiori.
L'affinità che salta all'occhio immediatamente è quella fra Rudi Voeller e Vincenzino Montella: entrambi attaccanti, leggende giallorosse, ma soprattutto con un'esperienza minima sulle panchine italiane.



Perchè Montella starà facendo il fenomeno con i giovanissimi della Roma, ma gli stessi, per definizione, sono ragazzi di 13-14 anni che probabilmente sono cresciuti col mito di colui che adesso è diventato il proprio allenatore, e che probabilmente pendono dalle sue labbra, come è giusto che sia per qualsiasi ragazzino che voglia sfondare.
Ora Montella si troverà ad allenare un signore che potrebbe essere il padre di qualcuno di questi ragazzi, oltre che ex compagno di squadra, oltre che ottavo re di Roma, oltre che giocatore simbolo della storia calcistica romana.

Questo solo per parlare del capitano.

Aggiungiamoci gente del calibro di Mexes, Vucinic, De Rossi, Riise e compagnia cantante, e viene fuori un quadro d'insieme simile ad un cubo di Rubik tale da poter togliere il sonno al nuovo mister, che tolte le scarpette si trova a mettere la tuta e soprattutto a dover guadagnare il rispetto che si deve a un leader, da quelli che fino a 2 anni fa erano suoi pari. Ci riuscirà? Oppure la personalità di Totti (cito lui per tutti i motivi succitati) finirà per schiacciarlo come fece Del Piero con il suo arciamico (fino ad allora) Ferrara, con i risultati che conosciamo?

Il rischio che si derivi verso un'"autogestione" è forte, e se la stessa può dare buoni risultati nel breve periodo, come ha ben imparato lo stesso Ranieri ai tempi dell'esonero dalla Juve, alla lunga può rivelarsi un boomerang della potenza di una granata, pronto a tornare indietro da qui alla fine della stagione. Certo, peggio di così è difficile che vada, e ormai si deve pensare solo a rifondare squadra e società, cercando di ripartire a mille nella prossima stagione firmata Di Benedetto, ma una società come la Roma non può permettersi di perdere la faccia con stagioni che da transizione si trasformino in veri e propri fallimenti.

Fra il traghettamento in fondo di quest'anno disgraziato, e la programmazione del futuro (Ancelotti? Probabile), quello che rischia di meno è proprio Vincenzino, che ha tutte le attenuanti possibili e immaginabili pronte a fare da cuscinetto ad un allenatore esordiente, e nel caso in cui dovesse ottenere buoni risultati, o semplicemente un gioco accettabile, avrebbe trovato il trampolino di lancio ideale per la sua nuova vita.

Allacciate le cinture, l'aeroplanino è sulla pista pronto per il decollo.

Sperando che la perturbazione non sia troppo forte.


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