lunedì 28 febbraio 2011

Maurizio Zamparini e l'arte di distruggere un giocattolo.

Photocredit ecodellosport.it

E' vero. E' assolutamente vero che dopo un 7-0 in casa, il minimo che ci si aspetti dall'allenatore siano le dimissioni immediate (a meno che non sei primo e le hai vinte tutte, ma non è questo il caso). Ed è anche vero che, nel caso specifico, la cosa migliore sarebbe quella di respingerle.

Ma purtroppo stiamo parlando di Maurizio Zamparini.

L'unico uomo al mondo in grado di fare e disfare con la stessa abilità, di creare dei giocattoli fantastici, salvo poi distruggerli a colpi di mazza in men che non si dica.

Perchè diciamocelo, una corazzata come l'Inter, quanto potrebbe durare psicologicamente se per tre mesi di fila Moratti lanciasse strali suoi giornali contro Leonardo, salvo poi definirlo "il miglior allenatore che abbia mai avuto"?

Ma se è il migliore, come è possibile che venisse dipinto ad ogni sconfitta (o anche pareggio) come la radice di tutti i mali?
La delegittimazione dell'allenatore, che di solito coincide con l'inizio della fine, è il primo, distruttivo, risultato.

E ancora: come è possibile che Zamparini abbia messo a disposizione di Rossi una 12 giocatori forti, sì, ma che di certo non possono definirsi degli scafati esperti di serie A ? Munoz, Nocerino, Pastore, Ilicic, elementi fondamentali dello scacchiere rosanero, sono alla prima o seconda stagione in serie A, ed il più anziano è il centrocampista campano, addirittura 25enne.

domenica 27 febbraio 2011

Dalle ore 15.00, in diretta: RADIO E PALLONE. La giornata di Serie A, con i vostri interventi.

Cari amici di Birra e Pallone, oggi, in via sperimentale, sono lieto di proporvi, in collaborazione con Blog nel Pallone, la DIRETTA radio delle partite di Serie A, commentate in studio da me e Antonio, appunto di Blog nel Pallone.

Vi forniremo in diretta tutti gli aggiornamenti della 27a giornata di Serie A, discutendo dei temi più caldi. Dal tracollo della Juve alla rinascita della Roma, dal match salvezza di Brescia allo spettacolo di Palermo-Udinese, affronteremo e sviscereremo tutti gli argomenti che la giornata ci darà.

Ed il bello deve ancora venire: su Birra e Pallone, infatti, avrete la possibilità di dire la vostra IN DIRETTA, attraverso la chat, discutendo con noi, chiedendo, criticando, esprimendo qualsiasi opinione, che verrà ribadita e affrontata durante la trasmissione.

E allora non dimenticate: ore 15.00, in DIRETTA, Radio e Pallone. E i conduttori, siete VOI.

venerdì 25 febbraio 2011

Serie A - 27a giornata : I consigli per le vostre scommesse.

Torna l'appuntamento settimanale con i consigli per le scommesse, e torna col botto. Questa settimana, giocando solo 3 euro, se ne potranno vincere quasi 10000.

E per di più senza dei colpi di testa esagerati.

Scopriamo come:


La prima partita che prendiamo in esame è Bari-Fiorentina: dopo aver dato fiducia alla squadra allenata da Mutti settimana scorsa, siamo costretti a puntarle contro, vista l'involuzione in cui sono ormai caduti, le speranze che sembrano ormai aver abbandonato, ed il pesantissimo clima che accompagna giocatori e dirigenti ad ogni allenamento. Insulti, minacce e sputi sono ormai all'ordine del giorno, e questo di certo non contribuisce a dare la necessaria tranquillità ad una squadra che già soffre lo stress del dover vincere a tutti i costi. Per la Fiorentina di Mihailovic è l'occasione buona per ripetersi in una vittoria esterna, che scaccerebbe in un colpo tutte le critiche dei mesi scorsi, e darebbe una sistemata quasi definitiva alla classifica.

Consigliato: 2

Io tifo Napoli.

Photocredit pronosticioggi.com

Hamsik illude, Lavezzi spreca, Napoli fuori. Era questo il titolo che volevo dare al pezzo di oggi, ma alla fine mi sono deciso a lasciar perdere la cronaca secca della partita di ieri contro il Villareal, per lasciare più spazio a quello che ha mostrato, più che a quello che ha determinato.

E se guardiamo la partita di ieri, vediamo come il Napoli, attualmente, sia la squadra che gioca il miglior calcio Italiano, non solo a livello di gioco (per quello se la batte con l'Udinese), ma soprattutto a livello di maturità e consapevolezza dei propri mezzi, oltre che di conoscenza del proprio impianto di gioco.

giovedì 24 febbraio 2011

Volete perdere un'occasione? Chiedete ad Adriano.

Adriano Leite Ribeiro 01
Soldi, fama, e belle donne. Nell'immaginario collettivo (ed anche nella realtà) è questo il mondo in cui sguazzano tutti o quasi i giocatori di serie A.

Ma non tutti riescono a gestire tutto questo con la dovuta freddezza e serenità, soprattutto se arrivano a questi risultati quando ancora sono giovanotti che hanno superato da poco la maggiore età.

Cassano e Balotelli ne sono degli esempi, che però sono contraddistinti da un elemento comune, quale è il loro carattere naturale, che li ha portati a buttare anni di carriera appresso alle loro "turbe giovanili".

Ma se Cassano ha dichiarato per la centesima volta di essere cambiato, se Balotelli proprio non riesce a frenare la propria esuberanza, dentro e fuori dal campo, il caso più emblematico degli ultimi 10 anni è sicuramente Adriano.

Pirlo alla Juve? Manco se lo vedo...

Photocredit www.milannight.com
Da giorni giornali e blog si sono scatenati in previsioni, ipotesi, nuove formazioni da fantacalcio, e stanno sguazzando nel mare degli svincolati per immaginare chissà quali scenari futuri.

Come il miglior Tuttosport insegna, i titoli con i fantomatici colpi di mercato a costo zero si stanno sprecando, e come il miglior Tuttosport non riuscirebbe a fare, il colpo più grosso sarebbe proprio quello della vecchia signora, in grado di soffiare Pirlo l'imprescindibile al Milan, che starebbe pagando così la sua scelta di non parlare di rinnovi fino ad Aprile 2011, così come confermato da Ambrosini qualche settimana fa.

Ora, se sognare non costa nulla, riflettere due minuti sulle possibilità che questo affare vada in porto, fa addirittura guadagnare qualcosa in termini di credibilità a chi si lancia in queste ipotesi che assomigliano molto più a favole, piuttosto che a reali notizie, o comunque anticipazioni di qualcosa che potrebbe realmente concretizzarsi.


Si può fare.

Ricordate il Dr. Frankenstein (che si pronunciava Frankestin), che subito dopo aver letto gli appunti del nonno, si lasciò andare al più famoso urlo di giubilo della storia del cinema?

Ecco, credo che quello sia lo spirito giusto con cui le nostre italiane di Champions debbano affrontare le gare di ritorno. Difficile, apparentemente impossibile all'inizio, ma fattibile una volta scoperta la formula giusta.

E noi proviamo ad analizzare queste formule, squadra per squadra.

Iniziamo dall'ultima in ordine di tempo, l'Inter, che ieri non è riuscita ad arginare Robben e compagnia, subendo un'inopinata sconfitta interna, che rischia di pregiudicare l'intero cammino.

Ma cosa deve fare la squadra nerazzurra per cercare di ribaltare il risultato a Monaco? Molto semplice: fermare Robben. Se infatti la partita di ieri è finita 0-1, solo il caso ha voluto che non finisse 2-3 o 3-4, visto e considerato che entrambe le squadre hanno diverse occasioni per segnare, con legni e portieri a fare da barriere invalicabili.

martedì 22 febbraio 2011

Pato: il fenomeno brocco.

Photocredit sporth24.com
Per la serie "gli sbalzi d'umore pallonaro", non possiamo non concentrare la nostra attenzione su un altro esempio  lampante di come siano saltati tutti i parametri di giudizio "ordinari" negli ultimi anni.

Mi chiedo come sia possibile, infatti, che un giocatore del calibro di Pato, nazionale brasiliano, 21 anni appena compiuti, 62 goal in 126 presenze col Milan (solo in campionato), possa di colpo diventare un oggetto misterioso, un peso, addirittura una palla al piede per sua maestà Ibrahimovic. Ovviamente solo quando non segna.

Perchè basta che metta in mostra dieci secondi della sua classe, magari dopo una partita totalmente anonima, ed ecco che diventa il salvatore, l'imprescindibile, la quarta colonna del tempio milanista.

Ma cosa si vuole di più da questo ragazzo, per lasciarlo crescere tranquillamente? Negli ultimi vent'anni un solo giocatore aveva fatto più di quello che ha fatto Pato alla stessa età, era brasiliano come lui, si chiamava Ronaldo e calcava i campi spagnoli con la maglietta blaugrana del Barcellona. E l'abbiamo salutato non più di 10 giorni fa come uno dei calciatori più forti di tutti i tempi.

Altro giro, altra corsa.

Diciamoci la verità: sappiamo tutti che ormai la programmazione nel calcio è sempre più rara.

Negli anni '80 le situazioni cambiavano radicalmente alla fine di un ciclo, poi si è cominciato a vedere qualche esonero in più, qualche cambio societario, qualche giocatore che arrivava per ripartire un annetto dopo, senza che lasciasse grandissime tracce nel nostro campionato.

Il ritmo dei cambiamenti, e degli sbalzi d'umore, era comunque ancora accettabile fino a qualche tempo fa. Da una decina d'anni a questa parte, però, tutto il mondo del calcio sembra un po' come il Bianconiglio di Alice: è sempre di fretta, non si può aspettare, tutto, subito, di corsa, un rotolamento continuo che prende ogni giorno una spinta da un lato o dall'altro, senza che si riesca a rallentarne minimamente la corsa, giusto per riflettere con un po' di calma su ciò che sta succedendo.

E non si parla nè di anni, nè di mesi, nè di settimane, ma di giorni. Nel giro di 2-3-4 giorni, può essere detto e fatto tutto ed il contrario di tutto.

E sono proprio di questi giorni i due esempi più illuminanti di questa schizofrenia incontrollata che si è ormai impossessata di tutto il mondo del pallone, in particolar modo dei famosi giornalisti/editorialisti/opinionisti che si accalcano sugli spalti (reali o televisivi che siano).

lunedì 21 febbraio 2011

L'aeroplanino pronto al decollo da Roma. Sperando che non cada.


Photocredit Pizzinnos.it
Atterraggio d'emergenza a Roma.

Ad atterrare è stato l'aeroplanino Vincenzino Montella, probabilmente uno dei tre migliori uomini-goal italiani degli ultimi 15 anni, da qualche stagione allenatore del settore giovanile della Roma.

L'emergenza invece non l'ha portata lui, ma l'ha trovata bella e pronta, appena deflagrata fra le mani dell'ormai ex tecnico Ranieri, travolto dal vuoto societario degli ultimi 2 anni, che ha inevitabilmente portato lo spogliatoio a spaccarsi, ed ha prodotto l'ultima, fatale, crisi di gioco e risultati.

Se Montella riuscirà a risollevare la tragica (ovviamente sportivamente parlando) situazione cui si trova a far fronte non possiamo saperlo, possiamo augurarglielo, ma alcune perplessità ci vengono comunque alla mente.

La prima fra tutte porta alla memoria la stagione 2004/2005, il famoso anno dei 4 allenatori, concluso con un pessimo ottavo posto, dopo essere partiti con velleità di gran lunga superiori.
L'affinità che salta all'occhio immediatamente è quella fra Rudi Voeller e Vincenzino Montella: entrambi attaccanti, leggende giallorosse, ma soprattutto con un'esperienza minima sulle panchine italiane.

sabato 19 febbraio 2011

Serie A: i consigli per le vostre scommesse.

Comincia oggi la nostra rubrica dedicata ad uno dei passatempi preferiti degli appassionati di calcio:le scommesse sulle partite(insieme al fantacalcio, per cui è prevista una sezione dalla prossima settimana).

N.B. : Negli anni ci siamo resi conto di avere una tendenza alquanto "spregiudicata", volta più a tentare di indovinare le sorprese, e quindi vincere grosse cifre, piuttosto che andare sempre e solo sul sicuro.

Tenetene conto quando leggerete i nostri consigli:

Quote BWIN.


Cominciamo da Bologna-Palermo: le quote sono abbastanza alte per tutti e tre i segni, quindi chi dovesse azzeccare la vincente di questo incontro potrà contare su un ottimo moltiplicatore finale, con la squadra di casa leggermente favorita. Ci adeguiamo a ciò che indicano i bookmaker, basandoci sulla fragilità difensiva del Palermo di Rossi, sullo straordinario ruolino casalingo dei felsinei, e sull'indiscussa voglia di Marco Di Vaio di ritrovare il goal dopo una piccola flessione nelle ultime giornate.

Consigliato: 1

giovedì 17 febbraio 2011

Sanremo-Champions 2-0

Chi mi conosce sa bene che se c'è una cosa che odio è la musica italiana contemporanea. Considero tutti i partecipanti degli ultimi 20 anni (cioè da quando li ricordo) degli insulti alla musica in genere, a parte poche meritevoli eccezioni.

Ciononostante ogni anno guardo la categoria giovani, sperando che qualcuno possa osare, proporre qualcosa di nuovo rispetto alle solite tre parole, sole-cuore-amore. Quest'anno, ovviamente, ho fatto un'eccezione per le prime due sere, dato che coincidevano con le partite in Champions delle nostre corazzate tricolori, che tremare il mondo fan.

Ma quanto me ne sono pentito.

Photocredit CalcioBlog.it
Perchè se la parole succitate mi fanno venire l'orticaria, di certo meglio non mi fa vedere che i nostri squadroni si fanno ridicolizzare dagli ultimi arrivati, in casa, a partire dalla capolista del nostro campionato che viene dominata per un tempo dalla quinta in classifica del campionato inglese, che nelle sue fila non annovera nomi quali Ibrahimovic, Nesta o Robinho, ma a cui basta un normalissimo Lennon, un lungagnone davanti a farti rischiare su ogni cross in area, per mettere in crisi "il club più titolato del mondo".
E non appena nel secondo tempo ci si scopre un po', col risultato che il giocatore più pericoloso è il 35enne centrale difensivo di riserva, messo in campo solo perchè era rimasto giusto il magazziniere da mettere in distinta, e solo su palle da fermo, ecco che trottolino amoroso Lennon ti scatta davanti bruciando il terreno sotto i piedi, mentre Ibra si lamenta di aver sbagliato un passaggio, Gattuso probabilmente sta picchiando un bimbo che gli aveva detto di tagliarsi la barba, e Abate, conscio del fatto che Yepes è notoriamente un centometrista tale da poter fermare al volo l'avversario, trotta verso la difesa, anzichè galoppare a perdifiato per dare una mano ai due poveri cristi lasciati dietro.

martedì 15 febbraio 2011

Uno sputo per due.


Photocredit NapoliToday.it
Negli ultimi anni ci siamo abituati, in ogni campo, a vedere avvocati che si arrampicano sugli specchi per difendere i propri assistiti, difendendo l'indifendibile, sostenendo l'insostenibile, negando l'evidenza.

Nonostante sia diventata ormai prassi comune, quando capitano certi episodi, ci si aspetta che un briciolo di dignità rianimi i prodi, e si astengano dal tentare di ribaltare la realtà con tesi tanto pretestuose quanto inverosimili.

No, non sto parlando di politica, ma di quello che si è verificato sabato sera durante Roma-Napoli, quando il campionissimo, soprattutto di classe, Aleandro Rosi, non ha saputo far meglio che sputare sul collo di Lavezzi, per reagire ad una presunta (perchè di questa non abbiamo video a disposizione) gomitata da parte dell'argentino. Il quale, da perfetto signore, ha pensato bene di ricambiare la cortesia, espellendo i propri liquidi corporei più reconditi in direzione del lord giallorosso.

Il sobrio scambio di vedute fra i due viene (ovviamente) ripreso dalle telecamere di tutte le emittenti presenti (strano, di solito non ci sono telecamere alle partite di serie A), finisce sotto gli occhi del giudice sportivo, che in uno slancio di normalità in un mondo folle, applica la più classica delle sanzioni previste per questi casi: 3 giornate a uno, 3 giornate all'altro.

Chiaro, salomonico, preciso e puntuale. Tutto a posto.

E invece no. Perchè quelli che hanno più da perdere, cioè i napoletani, non solo rischiano di perdere quello che probabilmente è l'anima della squadra, come dimostrato a Verona, ma lo perdono esattamente a due settimane dal match, per loro, dell'anno, e cioè la sfida a San Siro contro il Milan capolista, crocevia decisivo per lo scudetto.


lunedì 14 febbraio 2011

Le lacrime di un campione.


Photocredit unionesarda.it
Vedere piangere Ronaldo, negli ultimi 8 anni, è stata quasi una consuetudine, distrutto più spesso nel fisico, più raramente nel merito sportivo.

Oggi ha versato le sue ultime lacrime da giocatore di calcio.

In una conferenza stampa ha annunciato di aver anticipato la decisione del ritiro dal calcio giocato, provato dai troppi infortuni, da un eccesso di peso dovuto all'ipotiroidismo scoperto ai tempi del Milan, ma reso pubblico solo oggi, dopo anni di vessazioni e sfottò subiti con stoico silenzio.

Il nostro non vuol essere un post triste, nè un elogio funebre per qualcuno che, in fondo, non è morto, ma una nota a margine di una carriera straordinaria, purtroppo espressa solo al 50% del suo potenziale.

Il motore Ferrari montato sulla Cinquecento, come lo definì il medico sociale del Milan dopo il secondo tendine rotuleo saltato, ha smesso di rombare sui campi di gioco, pronto a lanciarsi in una nuova sfida come dirigente del Corinthians, club per cui era tesserato fino a ieri.

Juventus - Inter 1-0 : Le pagelle



Buffon 6.5: Spettatore per tutto il primo tempo, si fa trovare sempre pronto sulle sporadiche iniziative avversarie. Ottimo nell'ordinaria amministrazione.

Barzagli 6.5: Centralmente l'Inter non affonda, respinta dall'asfissiante pressing del centrocampobianconero. Pazzini deve fare i miracoli per raccattare qualche pallone.

Sorensen 7: Ammetto che quando l'ho visto titolare me lo sono potuto spiegare solo considerando che la riserva è Grygera. Il giovanotto mi smentisce clamorosamente giocando una partita perfetta, condita dall'assist per il goal decisivo. Dal suo lato Eto'o trova sempre un muro invalicabile. E stiamo parlando di Eto'o.

Chiellini 7: Corre, difende, spinge, si batte come un ossesso, sempre con qualità. Può fare tantissimo nel suo ruolo naturale, a patto di non cominciare a chiamarlo "il più forte terzino sinistro del mondo".

Krasic 5.5: Impalpabile, non mette mai in difficoltà Zanetti, nè combina molto di più con qualche taglio al centro.

Aquilani 6.5: Regista puro, da varietà alla manovra cercando di volta in volta la profondità di Matri e Toni, o le fasce con Chiellini e Krasic. La sua visione di gioco fa esprimere al meglio tutta la squadra.

Felipe Melo 6: Lavoro oscuro, come al solito mostra qualche limite quando deve impostare, ma compie il suo dovere a centrocampo senza particolari sbavature.
(Sissoko 5: Entra solo per rispondere ai complimenti che gli ho riservato appena ieri. Due palloni persi, un'ammonizione, qualche calcio di qua e di là. Non all'altezza dei suoi compagni.)

domenica 13 febbraio 2011

Wayne Rooney : quando il calcio si fa poesia



Wayne Rooney non è di certo famoso per essere bello, o per fare dell'eleganza il suo elemento distintivo: se lo chiamano Shrek, un motivo ci sarà.

Ci sono momenti, però, in cui l'immensa classe che certi giocatori hanno nei loro piedi, sin dalla nascita, si palesa in tutta la sua forza, deflagrando in giocate destinate a restare nella storia. Questo è quello che è successo ieri, all'Old Trafford, al 77° minuto del sentitissimo derby fra Manchester Utd ed i dirimpettai del City.

Il risultato è fermo sull'1-1, nonostante lo Utd stia dominando la banda Mancini (su cui un giorno scriverò la mia opinione, non positiva da anni), risultato frutto di un gran gioco dei ragazzi di Ferguson, finalizzata nel primo tempo dalla solita azione personale di Nani, e di una bella botta di fattore C. del City, andato in goal grazie ad una carambola stile Pirlo-Inzaghi di Atene, firmata dai plurimilionari acquisti Dzeko-Silva.

Il gioco non basta, ci vuole il lampo, come in ogni derby che si rispetti. Ed il lampo arriva, forte, luminoso, shockante: Nani crossa l'ennesimo pallone dalla destra, Rooney non è un gigante e il pallone è pure abbastanza arretrato; Shrek osserva il pallone, ma ha già deciso cosa fare.

1-1 e palla al centro.

No, non mi riferisco ai risultati di questa giornata, bensì alle quotidiane discussioni calcistiche con Antonio, che spesso vertono su due temi: Ranieri, il Napoli.

Ebbene, devo ammettere che ha ragione lui quando dice che Ranieri non è in grado di portare una qualsiasi squadra, ad un qualsiasi successo, vista la sua incapacità di fare le mosse giuste al momento giusto, soprattutto quando è lui a dover scegliere, e non le necessità contingenti ad imporglielo.

Ne è prova la sua carriera, costellata di grandissime annate alla guida di squadre in emergenza, o comunque in situazioni particolari (solo per citare le ultime tre, il Parma da salvare, la Juve da rifondare, la Roma post-Spallettiana a campionato in corsa), e di clamorose battute a vuoto quando c'era da guidare una squadra che avesse obiettivi importanti (secondo anno alla Juve, secondo anno alla Roma).

Io che lo difendevo, convinto che comunque sia stato più sfortunato che altro, mi sono dovuto ricredere quando ho visto l'imbarazzo con cui ha affrontato il roster degli attaccanti di quest'anno, al quale è bastato aggiungere un elemento di valore come Borriello per far saltare tutti gli equilibri.

Se non fosse che, analizzandolo lucidamente, tutti questi dubbi non si capisce da dove vengano, dato che in quel reparto annovera tre elementi di valore assolutamente superiore agli altri: Vucinic, talento allo stato puro, come tante volte negli ultimi anni si è dimostrato, Borriello, da diverse parti definito, insieme a Pazzini, il miglior centravanti italiano, e Menez, letteralmente esploso in questa stagione tanto da conquistarsi la maglia della Nazionale.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...