domenica 13 febbraio 2011

1-1 e palla al centro.

No, non mi riferisco ai risultati di questa giornata, bensì alle quotidiane discussioni calcistiche con Antonio, che spesso vertono su due temi: Ranieri, il Napoli.

Ebbene, devo ammettere che ha ragione lui quando dice che Ranieri non è in grado di portare una qualsiasi squadra, ad un qualsiasi successo, vista la sua incapacità di fare le mosse giuste al momento giusto, soprattutto quando è lui a dover scegliere, e non le necessità contingenti ad imporglielo.

Ne è prova la sua carriera, costellata di grandissime annate alla guida di squadre in emergenza, o comunque in situazioni particolari (solo per citare le ultime tre, il Parma da salvare, la Juve da rifondare, la Roma post-Spallettiana a campionato in corsa), e di clamorose battute a vuoto quando c'era da guidare una squadra che avesse obiettivi importanti (secondo anno alla Juve, secondo anno alla Roma).

Io che lo difendevo, convinto che comunque sia stato più sfortunato che altro, mi sono dovuto ricredere quando ho visto l'imbarazzo con cui ha affrontato il roster degli attaccanti di quest'anno, al quale è bastato aggiungere un elemento di valore come Borriello per far saltare tutti gli equilibri.

Se non fosse che, analizzandolo lucidamente, tutti questi dubbi non si capisce da dove vengano, dato che in quel reparto annovera tre elementi di valore assolutamente superiore agli altri: Vucinic, talento allo stato puro, come tante volte negli ultimi anni si è dimostrato, Borriello, da diverse parti definito, insieme a Pazzini, il miglior centravanti italiano, e Menez, letteralmente esploso in questa stagione tanto da conquistarsi la maglia della Nazionale.



E invece cosa succede? Che questi tre elementi devono di volta in volta essere in concorrenza (e non concorrenza fasulla, tanto giocano loro, quella concorrenza che li sbatte in panchina....)con...con TOTTI e ADRIANO? Posso sforzarmi di capire per il primo, che se non avesse 126 anni, e non si muovesse alla velocità di un bradipo, o se semplicemente fosse quello di 2 anni fa, meriterebbe un posto da titolare fisso (ribadisco: se fosse quello che non è più), ma Adriano...Adriano che ormai da 3-4 anni (non giorni, non mesi, anni) non è altro che la custodia (anche a livello volumetrico) del campionissimo che ci fece lustrare gli occhi quando aveva la faccia pulita, ancora un papà (la sua perdita, probabilmente è stata la causa scatenante di tutti i suoi mali) e almeno una decina di chili in meno.

Per fare un paragone, sarebbe come se Mazzarri togliesse, con la convinzione di non arrecare danno alla squadra, Hamsik, Cavani, Lavezzi, sostituendoli con Yebda, Mascara, Sosa. Ma mentre lì sono "titolarissimi", a Roma sarebbero tutti alla pari, e soprattutto tutti pronti a mettere a soqquadro uno spogliatoio (mettetevi voi nei panni di Vucinic, e immaginate di essere sostituiti da Sancho Panza...sareste felici?).

Ma proprio del Napoli voglio parlarvi adesso, perchè se l'opinione su Ranieri ha portato un punto ad Antonio, sono certo che lo stesso dovrà accettare il pareggio, ricordando le parole che gli dissi ad inizio campionato, su un Napoli che, con l'innesto di due centrocampisti migliori degli attuali titolari, sarebbe stato il favorito per lo scudetto. La mia opinione derivava da una sorta di assonanza fra il Napoli di Mazzarri e la Roma di Capello pre-scudetto. Un'ottima squadra, a cui mancava però il salto di qualità, che arrivò nell'anno in cui Sensi decise di mettere mano al portafogli, portando nella capitale Samuel, Emerson e Batistuta. Grazie a loro, anche i vari Zago, Tommasi, Del Vecchio, riuscirono a risultare fondamentali in quel meccanismo perfetto che portò la Roma a vincere il terzo scudetto della sua storia.

Ecco cosa ha fatto il Napoli, ha trovato un Batistuta a prezzo di saldo (dovrà confermarsi, ma chi se lo aspettava un Cavani così?), ha tenuto ottimi giocatori come Lavezzi e Hamsik, che stanno raggiungendo il pieno della loro maturità, e sta volando sulle ali di un entusiasmo che se portava 30mila persone in serie C, immaginate cosa può fare oggi.

Certo, che 15 titolari possano tirare avanti con queste prestazioni fino a fine stagione avrebbe del miracoloso, ma è anche vero che questo "fisiologico" calo è atteso ormai da qualche mese, e ancora non arriva, nonostante la squadra sia stata impegnate anche in Europa.

Ma se devo fare i complimenti ai preparatori atletici del Napoli, in grado di far correre tutti, per tutto il tempo necessario, da 7 mesi a questa parte, credo che ci siano due appunti (il secondo è più un suggerimento, un'impressione) da fare:

1) Se l'acquisto di Mascara è stato quantomeno azzeccato, per le sue perfette caratteristiche da vice-Lavezzi, l'aver consacrato a titolari inamovibili Gargano e Pazienza potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio per chi coltiva sogni di Scudetto. Errore ancor più grave se si pensa che per tutto il mese di Gennaio, Bigon è andato a caccia di Edgar Barreto, buon centrocampista dell'Atalanta, ma per il quale l'offerta di 8 milioni filtrata dalla stampa sembra sinceramente eccessiva, soprattutto se nello stesso momento si poteva bussare alla Juve per un certo Mohamed Sissoko, giocatore di spessore sicuramente diverso, ed il cui cartellino sarebbe potuto costare anche qualcosa (si parlava di 6 milioni in totale) in meno.

2) Ora o mai più. La storia degli ultimi anni ci dimostra come le squadre che hanno puntato alla Champions, non sono mai più riuscite a fornire quelle prestazioni fenomenali in campionato, che avevano permesso loro di qualificarsi alla massima competizione continentale, che di certo è anche la massima distrazione per una squadra che non si chiami Inter o Milan, e che soprattutto non abbia gli stessi budget di investimento. E' impensabile infatti che il Napoli, perso il treno Scudetto quest'anno, possa ritrovarsi a battagliare pure nel prossimo campionato, con una Champions da giocare in più.

Mazzarri, Cavani & Co. dovranno capirlo subito, perchè l'occasione di quest'anno sarà più unica che rara.


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